La questione è delicata. Ma l’albero di Natale è meglio vero o finto?
Ero preso da questo dilemma da qualche anno, così, animato di buona volontà, ho letto qualche giornale e cercato un pò in internet.
Sono arrivato quindi alla conclusione che scegliere l’albero finto è più dannoso.
Ho letto dei rapporti di una società svedese che lo scorso anno ha misurato l’impatto sull’ambiente del ciclo di vita di un albero finto, confrontandolo con uno vero.
Il primo problema è legato alla produzione. Un albero finto infatti, prodotto di solito in Cina (si comincia con lo sfruttamento dei lavoratori), consuma moltissime risorse nei processi di produzione, nella scelta del materiale (che nel 99% dei casi è PVC, dannosissimo specialmente per i bambini) e per il trasporto.
Gli alberi veri invece richiedono minori risorse per la “produzione”. Agli alberi veri però si danno additivi, pesticidi e fertilizzanti che comunque provengono dal mercato chimico, ma che in ogni caso inquinano molto meno.
C’è poi da considerare che L’albero vero (rapporto della Coldiretti) proviene essenzialmente da coltivazioni dedicate, spesso situate in zone collinari o montane altrimenti destinate all’abbandono e al conseguente degrado idrogeologico.
Riguardo allo smaltimento, le piante di plastica si degradano in 200 anni. Dopo averlo usato per circa 6 anni (media italiana), l’albero viene buttato e da quel momento, per 2 secoli resta nelle discariche o nella natura, abbandonato chissà dove.
L’albero vero poi assorbe anidride carbonica, responsabile dei cambiamenti climatici e quindi ecco un’altra motivazione a favore dell’albero vero.
Vi lascio una parte del testo della ricerca:
<< Alcuni ricercatori svedesi hanno misurato l’energia consumata da un albero di Natale “vero” e da uno “finto” nel loro intero ciclo di vita.
Hanno scelto un abete artificiale di dieci chilogrammi trasportato via nave fino in Svezia dall’industria di Hong Kong dove è stato fabbricato; e un abete di dieci chili, dieci anni e 2 metri di altezza, trasportato su un autocarro da un vivaio svedese fino a un negozio di Stoccolma. Hanno scoperto che l’energia consumata durante l’intero ciclo di vita dell’abete vero è pari a un quinto di quella consumata dall’albero finto, anche supponendo, con molta generosità, che l’albero artificiale sia riutilizzato una decina di volte.>>
Beh considerando le 2 scelte, la soluzione migliore sembra proprio non comprarlo, ma se proprio non riuscite a rinunciare, allora comprate un albero invasato con tutte le radici, che potrete quindi conservare (vivo) anche per i prossimi anni. O al massimo un albero senza radici, ma sempre vero.
AntonioDi Tucci
Fonte delle notizie di questo post è stato l’articolo di Leo Hickman per la rivista Internazionale e il sito web della Coldiretti, da cui riporto anche questa lista di consigli:
1) Non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord e poi ricordarsi che si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso.
2) Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami, ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.
Una volta a casa:
1) Sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria, come porte e finestre al riparo da eventuali forti folate di vento.
2) Evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami.
3) Non spruzzare neve sintetica e spray colorati perché l’albero e vivo e respira
4) Mantenere la terra umida ma non eccessivamente bagnata, anche con l’utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere applicato anche ai rami n assenza di fili elettrici.
Terminato il periodo natalizio: l’albero acquistato ha le radici può essere posizionato all’esterno sul balcone o piantato in giardino.
Auguri
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