Ammetto di non aver seguito con il dovuto interesse il concepimento e la nascita del Partito Democratico, pietra miliare della storia della nostra democrazia ed ultimo aggiunto alla pletora di partiti che ci sta divorando tutti…le recenti primarie sono state lo stimolo per colmare questa lacuna,o almeno (visto come sono andate le cose) per provare a farlo.
Il PD è il partito n°23 secondo alcuni, n°124 secondo altri, ultimo costituito dopo i celeberrimi Lega Maschio 100% (vi consiglio il sito http://www.legamaschio.net), Partito Internettiano, Partito Pensionati, Movimento fascismo e libertà, Alternativa comunista, Movimento Autonomo Agricoltori, Partito dei Rumeni in Italia e Forza Roma (giuro che è vero!!!).
Detto questo, vorrei partire brevemente dalla definizione stessa di primarie, che mi risulta essere (cito wikipedia) “una competizione elettorale attraverso la quale gli elettori o i militanti di un partito politico decidono chi sarà il candidato del partito (o dello schieramento politico del quale il partito medesimo fa parte) per una successiva elezione di una carica pubblica”
E ancora…”La ragione delle elezioni primarie è la promozione della massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche pubbliche, in contrapposizione al sistema che vede gli elettori scegliere fra candidati designati dai partiti.”
Eviterei dissertazioni sulla necessità o meno, in un paese democratico quale l’Italia dovrebbe essere, dell’esistenza di uno strumento supplementare per esprimere una preferenza diretta sul singolo candidato; meccanismo che dovrebbe essere implicitamente previsto nella nostra legge elettorale e che qualcuno ha genialmente provveduto a polverizzare.
In parole povere: dovremmo poter scegliere il nostro candidato direttamente in sede elettorale e non alle primarie per poi lasciare alle coalizioni il compito di scegliere il menu di parlamentari e ministri, è questo il mio concetto di “massima partecipazione”!!!
Del resto già si è discusso e si discuterà di questo…inutilmente aggiungo, perché siamo d’accordo tutti tranne parlamentari e legislatori.
Dicevo, sorvolando ciò resta un buon numero di elementi su cui riflettere.
Diciamocela tutta, per una serie di ragioni il PD non sarà mai il mio partito di riferimento…e questo vi interesserà poco o niente ma spiega perché ho atteso finora per informarmi un po’ di più e un po’ meglio. Qualche minuto fa ho fatto una ricerca su google: <<programma partito democratico>>
Primo risultato = “Fatto il PD bisogna fare il programma”
La maggior parte di voi sicuramente ne era al corrente, io no: il programma del Partito Democratico NON ESISTE; non è incompleto, contraddittorio, carente o controverso,semplicemente NON ESISTE, e questo cozza con il concetto stesso di partito.
Ragazzi, un partito è un associazione di persone che condivide idee e persegue obiettivi, ma se manca un programma cosa condividiamo, cosa perseguiamo?
Insisto con le ricerche e allora il dizionario online demauro-paravia mi dice che un partito è una
“associazione volontaria e strutturata di cittadini che condividono un’ideologia o un programma politico e mirano allo svolgimento di un’attività politico–sociale comune”.
Ma se il programma non esiste può esistere un partito?
Se costituisco un’associazione sportiva, una compagnia teatrale o un circolo letterario, i cittadini potranno riconoscersi, se vorranno, nello statuto e nelle finalità dell’associazione che attirerà tra le sue fila rispettivamente atleti, attori, scrittori e chiunque voglia far suo l’ambito di interesse dell’associazione che sta nascendo. L’adesione ad una associazione, indipendentemente dall’area di interesse e dalle finalità perseguite, presuppone una conoscenza approfondita e una forte identificazione, requisiti questi che non possono in alcun modo sussistere in mancanza di un programma politico, che a mio avviso costituisce la ragion d’essere di un partito.
Qualcuno risponderà che il PD possiede già una certa connotazione politica, in considerazione dell’estrazione partitica dei costituenti, ma questa tesi non mi soddisfa affatto….voglio delle linee guida precise, voglio sapere esattamente come la pensa il PD tutto (e non la maggioranza dei suoi componenti) sui temi più delicati; voglio sapere quale sarà la sua politica sull’immigrazione, sulle pensioni, sulla TAV, se vuole cambiare la legge elettorale, cosa ne pensa delle coppie di fatto, della fecondazione assistita, dell’aborto, e DEVO saperlo prima della costituzione del partito, prima di piazzare le stesse vecchie facce su nuove poltrone (pagate da noi), prima di regalare euro a un’entità costellata di punti interrogativi che usa uno strumento in questo caso opportuno (le primarie) nel momento sbagliato.
Tutto questo devo saperlo in anticipo, devono dirmelo prima che io lo chieda o che versi un solo centesimo a chicchessia, e soprattutto non voglio più dover chiedere a nessuno: ma se il programma non esiste può esistere un partito? Perché nei paesi civili ed evoluti questo non succede, ma in Italia da oggi abbiamo anche questo….il Partito Deficiente (di idee e di programma)!!!
Giuseppe Di Lorenzo
Ritengo questo articolo estremamente calzante e in grado di spiegare le cose come stanno. In più ti dico una cosa, in merito a quello che noi cittadini paghiamo ai partiti e (probabilmente pagheremo) al nuovo PD.
Grazie alla legge sul finanziamento ai partiti, la cui utilità e inequivocabile – se i partiti non sprecassero il denaro come fanno, per alimentare un sitema corrotto ed incompetente – ogni cittadino paga, con le sue tasse, 1 euro all’anno ai partiti, che ripartiscono poi il totale in base ai seggi occupati.
Dalle prossime elezioni quindi anche il PD sarà a libro paga…
Speriamo almeno che per quel momento, avrà scritto un programma politico!
Antonio Di Tucci
Condivido pienamente quanto detto. Pero’ bisogna precisare una cosa che la nascita del PD porta a “morte due parti i DS e LA MARGHERITA!!!!!!!!!!! ma dagli scontenti di ambedue le parti Quanti partiti ancora nasceranno? Uno gia e’ nato che Sinistra democratica……………………………….
Tutti i “grandi politici” oggi parlano di bipolarismo (due grandi forze politiche contrapposte). Il grade centro. Il neonato PD, il partito delle liberta’ ecc…….., ma ognuno di loro ha paura di vedersi spodestato da quella bella sedia ben salda al posteriore che per anni gli ha dato da mangiare per se e per i propri cari (visto quale sono lel loro buste paghe).
Credo che oggi bisognerebbe fare tabula rasa del sistema politico e cerecare di ricreare una classe politica che ne faccia della politica un’arte e non un mestiere. E’ bene si oggi la politica non è più un’arte ma un vero e prprio posto di lavoro ottimamete ritribuito che serve ad accontentare molto probabilmete i capricci di qualche militintante di partito senza nessuna capacita’ e titolo di gestire ne se stesso ne la cosa pubblica. Questo modo sbagliato di gestione ha portato al disastro piu totale (basta guardarci intorno…………….).
Questo è un sistema ormai ben radicato dunque credo che sia quasi impossibile (dico quasi, perchè credo nei miracoli) alla nascita di un sistema bipolare (ci sono troppi galli a cantare sulla MUNNEZZA).
A proposito di bipolarismo….che dire: mentre ogni paese del “primo mondo”, cui certamente non apparteniamo, opera nel (o tende al) bipolarismo più estremo, fatto di scelte chiare, schieramenti contrapposti e concetti ben definiti, noi che facciamo? Freno a mano e marcia indietro: questo PD mi spaventa molto….forse esagero ma ho paura di un ritorno al grande centro, a quella logica di potere così degenere e perversa da portarci al limite del tracollo economico, sociale e politico…
Ecco a voi le mezze scelte, i programmi fantasma, il riciclo delle figure logore e contaminate, l’abiura della meritocrazia (questa sconosciuta!!!) per il ricorso continuo e malcelato, in sede di assegnazione di ministeri e presidenze varie, al riconoscimento della militanza partitica piuttosto che di un qualsivoglia merito professionale e/o competenza in materia.
Ha perfettamente ragione Alessandro: la politica è sempre stata un’arte e il politico un icona……basta potenti, mestieranti senz’arte e traffichini, abbiamo bisogno di uomini guida, di spessore, di cultura, abbiamo bisogno di uomini.